
Un ideale (ma anche concreto) ponte culturale – non solo cinematografico – tra Italia e Cina: questa l'idea che domina la quinta edizione del festival presentato ufficialmente al cinema La Compagnia, luogo ove avverrano le programmate proiezioni nei cinque giorni compresi tra mercoledì 15 e domenica 19 ottobre.
Oltre alla presenza istituzionale rappresentata dall'assessore alla Cultura Giovanni Bettarini e dalla Vicesindaca Cristina Giachi, presenti in sala Iacopo di Passio (Presidente Fondazione Sistema Toscana), Luigi Paccosi (presidente della CESVOT), Gianni Zhang (Fondatore del FánHuā Chinese Film Festival e presidente dell’associazione FánHuā e di Zhong Art International) ed infine Paolo Bertolin (Direttore artistico del FánHuā Chinese Film Festival), il quale ha concluso a distanza la conferenza.
Logo simbolico del manifesto del Festival è il serpente, animale facente parte dello zodiaco cinese che ha inaugurato il 2025, appunto l'anno del serpente, sesto animale dello zodiaco cinese e simbolo di saggezza, intuizione, trasformazione e mistero.
Senza dubbio molto stimolante e altrettanto denso di significato il rapporto con la cultura cinese; una cultura millenaria che – nell'innegabile e profonda diversità con la nostra tradizione con la quale si confronta tuttavia ogni giorno – reca in sé potenzialità prorompenti che attua in modo assai diverso da noi e con ritmi differenti, con tutto il pro e il contro che ciò può comportare. Ciò dimostra ulteriormente l'importanza di un rapporto non soltanto di curiosità reciproca, ma soprattutto di profonda conoscenza che, tra i più ambiti spazi culturali, può instaurarsi anche attraverso il cinema e tutta la cultura che il cinema sottende.
Sono 12 i film che parteciperanno al Festival e che ci parlano di una Cina attuale, moderna ma anche – in alcune proiezioni – delle profonde mutazioni sociali ed economiche di un Paese che forse oggi non esiste più. Il pensiero corre al film “Blush”; diretto da Li Shaohong, prima regista cinese ad aver vinto nel 1995 al Festival di Berlino l'Orso d'Argento, il film narra le vicende di due prostitute e delle diverse strade da loro percorse quando, negli anni cinquanta, le “case chiuse” furono vietate dal governo. Un film d'impegno civile che affronta un mutamento, anche traumatico, del passaggio tra due epoche e che tratta espressamente, mettendola in primo piano, la condizione femminile.
Nella stessa giornata della proizione di “Blush” (e forse non è un caso), è la volta di “Her story”; uscito recentemente, il film affronta vita, psicologia e desideri di libertà di quattro distinte donne (meglio: del tutto differenti per età, ceto, condizione): una divorziata in carriera, una giovane influencer, una madre single ed una ragazza vittima di un matrimonio combinato, il tutto nella Cina attuale.
Non manca il film storico rievocativo di tragici fatti realmente verificatisi; si tratta di “Dead to Rights” di Shen Ho, opera di gran successo e di vasti consensi da parte del pubblico cinese e mai proiettato in Italia. Il film narra di quanto accaduto dopo la battaglia di Nanchino (dicembre 1937) e del massacro ai danni della popolazione cinese che seguì da parte delle vittoriose truppe giapponesi.
Questi sono solo alcuni dei 12 titoli in programma, ma il Festival non si esaurisce solo con le proiezioni previste; vi saranno infatti alcuni spazi dedicati alla cucina cinese organizzati domenica 19 ottobre con la collaborazione del gruppo Cibreo e del Teatro del Sale, location ove si svolgerà la Cocking Class con pranzo, un laboratorio dedicato alla preparazione dei celebri ravioli cinesi. Farà seguito nel primo pomeriggio la Cerimonia del té, bevanda classica nella cultura tradizionale cinese; a metà giornata uno spazio è anche dedicato ai bambini i quali potranno partecipare al Laboratorio di nodi cinesi, ove apprendere i primi rudimenti della complicata arte del nodo.
Novità di quest'anno – ha spiegato Gianni Zhang, fondatore del Festival – è l'introduzione del "Premio del Pubblico": a coloro che acquisteranno un biglietto sarà consegnato un tagliando che consentirà di partecipare alla lotteria finale il cui premio è un biglietto aereo per la Cina. Un riconoscimento non solo mirato ad invogliare un pubblico sempre più ampio ad assistere alle proiezioni ma, ancora una volta, teso ad unire idealmente il nostro Paese con la Cina, due culture certamente assai lontane per origini, usi, costumi, tradizioni, ma spazialmente vicine se non altro per la presenza di due comunità cinesi, quella di Milano e quella pratese, oramai radicate da decenni nel territorio nazionale e che contano 300.000 persone.
Per chi fosse interessato, il programma dei cinque giorni è consultabile al sito web www.fanhuafestival.com (per ulteriori informazioni: info@fanhuafestival.com).









